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Dizion. 5° Ed. .
DIGRIGNARE.
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pag.321
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DIGRIGNARE. Definiz: | Att. Mostrare e arrotare rabbiosamente in atto di mordere; riferiscesi ai denti, e dicesi propriamente del cane, e per estensione anche di altri animali. |
Probabilmente è voce onomatopeica, nella quale può avere influito il rignare o ringhiare. Secondo altri deriverebbe dall'anglosassone grinian, che vale lo stesso. – Esempio: | Ar. Orl. fur. 2, 5: Come soglion talor dui can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti Così ec. | Esempio: | E Ar. Orl. fur. 17, 89: Dieci passi [il cane] gli va dietro (al lupo) o venti, E poi si ferma, ed abbaiando guarda Come digrigni i minacciosi denti, Come negli occhi orribil foco gli arda. | Esempio: | Bern. Orl. 55, 9: Come? non vedi che i denti digrigna (una serpe), Che paion fatti a posta a spiccar nasi? | Esempio: | Rucell. Or. Dial. 4, 9, 92: Il quale [padrone] se l'un di loro (de' cani) accarezza, l'altro digrigna i denti. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 8, 66: Se [il cagnolino] ode il fischio usato, a quel s'invia, Nè del nuovo signor più si ricorda; Anzi, se vuol fermarlo, d'ira ardente, Rabbuffa il dorso e a lui digrigna il dente. | Esempio: | Leopard. Paralip. 2, 15: Digrignando per paura i denti, Vennero [i topi] agl'inimici alloggiamenti. |
Definiz: | § I. E per similit., dicesi di persona; e propriamente di chi dimostri ira o rabbia contro alcuno, o per checchessia. – |
Esempio: | Dant. Inf. 21: Non vedi tu ch'ei digrignan li denti, E colle ciglia ne minaccian duoli? | Esempio: | Car. Eneid. 3, 1048: De l'occhio la sanguigna cispa [Polifemo] Lavossi, ad or ad or per ira i denti;... Digrignando e fremendo. |
Esempio: | Vai Rim. 25: E doppo avere alquanto E sospirato e pianto, Crollando il capo e digrignando i denti, Proroppe al fine in così fatti accenti. | Esempio: | Mont. Poes. 2, 208: Digrignò i denti spaventosi, e roco Muggì, come spezzata onda, lo spetro. |
Definiz: | § II. E figuratam. – |
Esempio: | Bart. D. Op. mor. 30, 189: Contro cui (contro Filippo) anche oggidì nelle famose Filippiche abbaia [Demostene], ringhia, digrigna i denti, e 'l morde. | Esempio: | Segner. Paneg. 2, 595: Volume, per cui gloria dir basti, che contro d'esso tutti i moderni eretici han digrignati rabbiosi i denti e le zanne. |
Definiz: | § III. Trovasi riferito a bocca, per Allargarla sforzatamente, mostrando i denti, a modo di chi li digrigna. – |
Esempio: | Machiav. Comm. 112: Io voglio che tu ti storca il viso, che tu apra, aguzzi o digrigni la bocca, chiugga un occhio. |
Definiz: | § IV. In forma di Neutr. Digrignare i denti. – |
Definiz: | § V. E per similit., detto di persona. – |
Esempio: | Dant. Inf. 21: Ed egli a me: non vo' che tu paventi; Lasciali digrignar pure a lor senno, Ch'ei fanno ciò per li lessi dolenti. | Esempio: | E Dant. Inf. 22: O me! vedete l'altro che digrigna. | Esempio: | But. Comm. Dant. 1, 577: Digrigna, cioè apre la bocca in traverso storcendola. | Esempio: | Sacch. Nov. 1, 88: Quando messer Francesco vede che non lo può cacciar fuori, eziandio avendo preso la spada, e come Ferrantino digrigna con la sua, disse ec. | Esempio: | Segner. Op. 4, 653: E là dove i dannati vorrebbono al fine mordere quella mano che gli flagella, essi (i bestemmiatori), peggior de' dannati, digrignare contro quella che gli benefica ec. (qui in locuz. figur.). |
Definiz: | § VI. Figuratam., detto così di persona, come di animale, si usò in senso di Battere i denti per la fame. – |
Esempio: | Firenz. Comm. 1, 458: Darengli (allo Sparecchia) tanto da mangiare, che ristori la perdita del desinare di stamattina.... Quelli scortesi di que' Menemmi non usarono alcuna di quelle gentilezze;... e quel povero Peniculo dovette digrignare, che non lo chiamarono a nulla. | Esempio: | Lipp. Malm. 10, 11: Perciò fa comandare a' barbereschi Che lo menin (il cavallo) 'n un campo di gramigna, Acciocch'ei pasca un poco, e si rinfreschi, Perchè per altro il poverin digrigna. | Esempio: | Not. Malm. 2, 747: Ci serviamo del verbo digrignare, per intendere Stentar per la fame, quasi Dirugginare e arrotare i denti, per non aver altro in che adoperargli; traslato da' cani ec. |
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